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Nel corso dell’ultimo decennio, in Italia, stiamo assistendo ad un movimento atto a promuovere un approccio conciliativo che ha portato a sperimentare, sull’esempio di esperienze internazionali, strumenti integrativi e/o alternativi al processo giurisdiziario per la risoluzione dei conflitti (c.d. ADR: Alternative Disputes Resolution).
Tale orientamento risponde non solo ad un necessario snellimento giurisdizionale, ma e soprattutto, conduce le parti in conflitto a negoziare le rispettive istanze, uscendo dalla controversia con un accordo più condiviso e più rispondente ai propri bisogni e secondo una logica win-win.

In quest’ottica, nell’ambito del procedimento per separazione e divorzio, è attualmente in vigore la nuova legge sull’affidamento condiviso.
Questa legge nasce dal presupposto che i figli hanno il diritto di mantenere buoni rapporti con entrambi i genitori e che questi debbano continuare ad esercitare il proprio ruolo genitoriale al di là della rottura del legame di coppia.
A tale fine, la legge prevede che i figli di genitori in separazione vengano affidati di regola ad entrambi i genitori. L’affidamento ad un solo genitore ricorrerebbe solo nei casi in cui l’affidamento ad entrambi risulterebbe pregiudizievole per il minore.

L’affidamento condiviso si pone l’obiettivo di ridurre le possibili strumentalizzazioni  esercitate dall’uno o dall’altro genitore sia per quanto riguarda il diritto di visita, sia il versamento dell’assegno di mantenimento. Tuttavia, la condivisione dell’affidamento dei figli, ha come presupposto imprescindibile che gli ex coniugi si riconoscano nella loro diversità e ritrovino una comunicazione minima sufficiente per essere ancora genitori.
Allo scopo i genitori sono tenuti ad elaborare un progetto educativo da allegare al ricorso per separazione che indichi accordi condivisi relativi al mantenimento (diretto o indiretto), all’educazione e alla crescita dei figli.

La normativa individua nella Mediazione Familiare  lo strumento idoneo messo a disposizione dei genitori per promuovere le risorse e sostenere le competenze genitoriali nell’interesse dei figli, attraverso l’acquisizione di capacità comunicative.
In quest’ottica ci si aspetta che l’approccio degli addetti ai lavori (avvocati, psicologi, assistenti sociali, magistrati…) che lavorano con la famiglia in separazione sia più orientato verso una collaborazione interdisciplinare che, riconoscendo le specifiche competenze e i confini  delle diverse professionalità, faciliti il dialogo tra queste per garantire un sostegno di reale tutela a tutti i componenti della famiglia, anche se divisa.

Le motivazioni che hanno ispirato in questi anni il lavoro dello Spazio di Mediazione Familiare ci ha portato a proporre alcune giornate di approfondimento rivolte ad avvocati, psicologi, operatori del settore, finalizzate a riflettere sui cambiamenti sociali sottesi alla nuova normativa in materia di separazione e divorzio e a far emergere le potenzialità degli strumenti integrativi l’azione legale evidenziando le specifiche competenze e le possibili collaborazioni tra le differenti professionalità implicate nella separazione familiare. Con un confronto e analisi dei diversi approcci professionali di fronte alle medesime situazioni cliniche.
Un particolare approfondimento teorico e pratico sarà dedicato alla Mediazione Familiare.

Il corso si sviluppa su 4 moduli della durata complessiva di una giornata.

 

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Lo Spazio di Mediazione e Terapia Familiare è gestito dalla
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Testi a cura della dott.ssa LIdia Porri e della dott.ssa Cristina Cesana

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